giovedì 23 gennaio 2020

ESENZIONE TICKET

Mi sto facendo un paio di domande riguardo l'esenzione del ticket sanitario. 

Lasciando da parte le esenzioni per patologie, vorrei ragionare su quelle per reddito.
Quelle che seguono sono le categorie che possono godere dell'esenzione appunto per motivi di reddito.

- E01: soggetti con meno di 6 anni o più di 65 anni con reddito familiare inferiore a 36.151,98 euro;
- E02: soggetti titolari (o a carico di altro soggetto titolare) della condizione di disoccupazione con reddito familiare inferiore a 8.263,31 euro, incrementato a 11.362,05 euro in presenza del coniuge e in ragione di ulteriori 516,46 euro per ogni figlio a carico;
- E03: soggetti titolari (o a carico di altro soggetto titolare) di assegno (ex pensione) sociale;

- E04: soggetti titolari (o a carico di altro soggetto titolare) di pensione al minimo con più di 60 anni e reddito familiare inferiore a 8.263,31 euro, incrementato a 11.362,05 euro in presenza del coniuge e in ragione di ulteriori 516,46 euro per ogni figlio a carico.

L’ISEE non viene preso in considerazione ai fini del riconoscimento del diritto all'esenzione, tranne che in alcune realtà regionali.
Ora mi chiedo, un individuo che guadagni, ad esempio, 900 euro al mese per un full time (per quel che vedo in giro direi che è la norma) e che corrisponda 400 euro di alimenti alla ex moglie per il mantenimento del figlio, e che debba poi pagare un affitto di 350/400 euro (a voler essere otttimisti) e di conseguenza nutrirsi e pagare le bollette con i restanti cento euro, in quale modo potrà permettersi di affrontare il pagamento dei ticket? Potrebbe decidere di vivere in auto ma dubito che possa permettersene una.
Questo è un caso ma di analoghi, in termini di difficoltà, ce ne sono a iosa. Persone in tali condizioni, e che debbano sottoporsi a una serie di accertamenti, molto probabilmente rinunceranno a farlo. Ciò comporta un'offesa alla dignità e un rischio per la salute, nonché un probabile futuro costo per la sanità pubblica nel momento in cui queste persone dovessero ammalarsi, aggravarsi, ed essere costrette a un ricovero. Alla faccia della prevenzione, del buon senso, e del portafogli.
Inoltre, pensando a un disoccupato, nel caso in cui questi trovi, nell'attesa di un lavoro degno, un tot di ore mensili, per un 2-300 euro al mese (situazione assai frequente), sarà suo interesse non essere messo in regola. Lo stesso disoccupato tenderà a rifiutare tirocini o apprendistati, o tutte quelle offerte di lavoro la cui retribuzione resta molto al di sotto del minimo vitale. Ciò, dunque, in barba all'impegno per l'emersione del lavoro nero.
Sappiamo che l'ISEE non è la Bibbia e che molti sono i casi in cui, ad esempio, percettori del reddito di cittadinanza non ne dovrebbero usufruire mentre altri che ne avrebbero realmente bisogno ne restano esclusi, ma per quanto non perfetto l'ISEE resta un importante indicatore di reddito cui fare riferimento; si tratta di incentivare i controlli con verifiche adeguate il più possibile ai singoli casi. 

Il ripensare i termini dell'esenzione ticket per reddito è però doveroso e urgente.

Nonostante alcune inefficienze e certe recenti strategie politiche amministrative la cui lungimiranza ai fini della salvaguardia della salute risulta dubbia, godiamo di uno dei migliori sistemi sanitari nazionali ma l'esistenza di un'ampia fascia di popolazione che rinuncia in partenza a controlli importanti e a curarsi non è accettabile.
A costoro viene consigliato di recarsi in Pronto Soccorso, perché lì, a meno non si tratti di inezie, è tutto gratis e spesso ti ricoverano e ti fanno tutti gli esami.
In alternativa medici di famiglia prescrivono ricoveri non necessari.
Veramente ottime soluzioni. Così intasiamo i P.S. e occupiamo letti senza che ce ne sia bisogno.
Tutto molto sconfortante.





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