Si tratta di una mano adulta nera su sfondo bianco. Il bianco è una schiena. Il pollice della mano cinge il fianco sinistro, il mignolo avvolge quello destro. La mano potrebbe essere bianca, la schiena nera. O entrambi dello stesso colore. Non importa. Quello che importa è il fotogramma. Le proporzioni non lasciano dubbi. Sul fatto che la schiena appartenga a una bambina piccola o a un bambino. La pagina è ricoperta di altri fotogrammi simili, di cui tralascio i dettagli. In altre pagine web i fotogrammi vengono resi più invitanti da una didascalia, incesto casalingo, sverginamento della nipotina, bambine a scuola di pompini, matura con ragazzino, vecchio con ragazzina, o la corrispondente versione in inglese a seconda del sito. Altrove, portando il cursore sul fotogramma prescelto, esso si anima regalandoci un altro o altri due fotogrammi dello stesso video. Per poter godere della visione integrale è, in genere, necessario iscriversi, pagare e quant’altro. In ogni caso i fotogrammi iniziali sono già sufficientemente esplicativi e orrendi.
Il fatto gravissimo nonché inspiegabile, è che a tali pagine si arrivi con un numero di click variabile da 5 a 10 e partendo, ad esempio, da un comune sito con fotografie di attori famosi. Quando, un anno fa, mi sono ritrovata a voler verificare fino a dove era possibile arrivare, pur non avendo l’intenzione iniziale di volerci arrivare, ho constatato quanto l’accesso a immagini pedopornografiche sia agevole.
Ora mi domando, com’è possibile? Vero che nelle varie homepages c’è l’indicazione che si sta per entrare in un sito per soli adulti e che le immagini sono di sesso esplicito e che uno ha solo da fermarsi prima e non entrare a curiosare, il punto è che non dovrebbe essere possibile poter accedere con tanta facilità a simili ambienti, anzi, non dovrebbero proprio esistere simili ambienti. D’altro canto, l’evidenza di tale fenomeno può dare l’idea di quanto, in proporzione, possa essere il sommerso e incentivare un maggior rigore nella persecuzione di coloro che si rendono rei di tali nefandezze.
L’attenzione rivolta dalle autorità investigative e giudiziarie a tale problema è ingente e lodevole, ma perché non si provvede a oscurare questi siti? Li si lascia attivi nella speranza che, dall’osservazione della frequentazione degli stessi, si possa giungere a smascherare reti più complesse e nascoste, composte da individui che vanno ben oltre il voyeurismo perverso? Si mira alle grosse organizzazioni, badando meno ai cineamatori fai da te, a tutta quella prolifica congerie umana che si diletta tra le mura domestiche? Oppure si sottovaluta la gravità di tale fenomeno? Esiste una problematica tecnica o burocratica che impedisce provvedimenti atti a perseguire coloro che realizzano e diffondono tali filmati? Si può risalire alla loro identità? Immagino di sì. Perché dunque non andare a verificare cosa accade realmente nelle case di tali persone? O si è a tal punto alzato il nostro livello di tolleranza? Così come si alzano i livelli consentiti di metalli pesanti consentiti nelle acque o di sostanze pericolose accettabili negli alimenti e negli ambienti perché altrimenti non ci si starebbe più dentro. Vorrei delle risposte.
Anche trovare banner, relativi ad adolescenti della città di appartenenza, quella da cui si sta navigando, (ad esempio nel Face book of sex su Seekbang.com, nient’altro che specchietti per le allodole, certo, perché a tutto si giunge fuorché a filmati sulla compagna di scuola della figlia), rivela che tutto è consentito al mercato, compreso far leva sulle più proibite pulsioni delle persone cosiddette normali. La pubblicità, come sempre, anima del commercio. Ma invogliare e stuzzicare, in questo specifico caso, è parimenti grave quanto essere esecutori materiali.
La mente umana deve impegnarsi in un continuo sforzo d’equilibrio per gestire la complessità del vivere: impulsi, devianze, ideali, razionalità, rapporti e condizioni sociali, buoni sentimenti, crisi interiori, decadimento fisico, paura della morte. Oltrepassare il limite non è così improbabile. Il passo tra l’immaginare di o il farsi prendere in mano il membro dalla figliola o dall’amica della figliola e la frenesia di trovare qualcosa di sempre più eccitante è breve. Alimentare il mercato della tratta di minori e degli snuff movies è un attimo. Basta un click.
luglio 2009
Di settembre 2012 la ratifica da parte del Governo italiano, con l’articolo 414 bis introdotto nel codice penale, della Convenzione per la protezione dei minori contro lo sfruttamento e l’abuso sessuale, sancita dal Trattato di Lanzarote del 2007. Il termine pedofilia entra
nel codice penale. (!)
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